Autore : Domenico Piola
Titolo dell'opera : Gesù che appare a Santa Caterina (L'apparizione del Cristo con la Croce a Santa Caterina)
Data : 1688 ca.
Ubicazione : Chiesa di San Filippo Neri
Dimensioni : cm 320 x 186
Tecnica : olio su tela
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Descrizione dell'opera
La pala d’altare raffigurante l’apparizione del Cristo con la Croce a Santa Caterina, realizzata dal pittore genovese Domenico Piola, è situata all’interno della cappella Adorno nella Chiesa di San Filippo Neri a Genova.
Una parte della Chiesa sorge sull’area che un tempo era occupata dalla dimora maritale della Santa, ovvero il palazzo della famiglia Adorno, aristocratici genovesi. Il palazzo venne acquistato con l’aiuto del nobile genovese Camillo Pallavicini, appartenente ai Padri Filippini, che lasciò alla sua morte una somma per facilitare lo stanziamento dell’ordine a Genova.
La cappella dedicata a Santa Caterina Fieschi è collocata in prossimità della zona presbiteriale, sul lato sinistro rispetto all’ingresso della chiesa, in giuspatronato Adorno. Tale famiglia commissionò al Piola, pittore del barocco genovese attivo nella seconda metà del 1600, il suddetto dipinto per commemorare la Santa, che fu la moglie di Giuliano Adorno.
E' da sottolineare che proprio dalla seconda metà del secolo XVII la larga partecipazione dell'aristocrazia alle nuove imprese decorative, come nella ricca committenza per le cappelle gentilizie, per gli altari delle singole famiglie e in generale, con una viva cura per le esigenze dei religiosi, specie di Ordini e Congregazioni, venne ad annullare l'accusa di immoderato sfarzo privato e di scarsa attenzione per il decoro degli edifici religiosi e la polemica tra carità verso Dio o verso i poveri, che era stata causa delle dure invettive rivolte all'aristocrazia genovese. Infatti lo sviluppo della committenza di soggetto religioso a Genova aveva trovato, dagli inizi del 1600, subito dopo un primo momento di sgomento conformismo, una grande vitalità nella duplice connotazione dell'intervento dei religiosi e dell'aristocrazia dominante. La figurazione religiosa nella sua ricchezza e nella varietà delle sue tecniche rappresentative, è al centro dell'attivismo religioso: segno di devozione pubblica nella committenza, dimostrazione di pietà e magnificenza, fulcro dell'attività evangelizzatrice degli ordini religiosi e oggetto di culto richiamato alla devozione popolare. Tale rappresentazione diviene anche elemento indispensabile per l'oratoria sacra, soprattutto nelle ricorrenti feste in occasione di beatificazioni e canonizzazioni. Proprio in questo contesto culturale si inserisce l'opera di Domenico Piola che traduce in immagine l'esperienza ascetica di Caterina, beatificata circa un decennio prima, ovvero nel 1675.
Il dipinto rappresenta, con un carattere decisamente più corporeo che immaginativo, l’improvvisa apparizione del Cristo con la Croce a Santa Caterina.
La composizione è costruita su due registri raccordati dalla Croce sorretta dal Messia. Il registro inferiore rappresenta l'esperienza mistica della Santa che, appoggiata con un braccio all’inginocchiatoio e con l'altro a mezz'aria, è come in estasi dinnanzi all’immagine del Cristo con la Croce in spalla e le piaghe grondanti di sangue. Quello superiore è caratterizzato dalla presenza di angeli e dalla statua della Vergine in una nicchia alle spalle della Santa. Quest’ultimo elemento dimostra l’intervento degli oratoriani, che andavano accostando la Vergine Immacolata alla figura di Caterina. L’assimilazione della Santa con la Vergine è anche evidente nel ricorso all’immagine tipica dell’Annunziata per rendere lo stupore suscitato dall’arrivo del Cristo. La rappresentazione di tale avvenimento è inserita in un ampio contesto d’ambiente, ovvero in una stanza con una loggia aperta su un paesaggio notturno.
Il recente restauro, avvenuto nel 2001, ha permesso di ammirare l’abile regia luministica impostata su fascinosi e profondi toni violacei che suggeriscono l’ambientazione notturna con un gioco di illuminazione teatrale dei personaggi.
L’impaginazione dinamica, la bellezza delle forme e l’intensità della tavolozza sono fattori determinanti per accentuare la potenza mistica della scena.
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Fonti
- Federico Alizeri, Guida artistica per la città di Genova, Terza giornata. In: Fosca, sezione Fonti e documenti online [1]. Genova 1846: "(...) Vi fabbricarono eziandio un'angusta chiesuola, che andò a terra nel 1674, quando, comprate le case degli Adorni ivi annesse, gittarono i fondamenti dell'attuale. (...) Piegando addietro, seguitiamo le osservazioni nella cappella di santa Caterina da Genova. Abbiamo detto in principio come per la costruzione della chiesa si comperassero le case degli Adorni; ora aggiungiamo quel che affermano le tradizioni, e giustificano autentiche memorie, essere stata nel sito della presente cappella la stanza della Serafina, quando vivente ancora il marito Giuliano Adorno, ella abitava seco lui nel palazzo. (...) La tavola dell'altare colla comparsa di Cristo alla santa è di Domenico Piola (...) annerita dal tempo, estremo danno in luce si scarsa."
- Federico Alizeri, Guida illustrativa del cittadino e del forestiero per la città di Genova e sue adiacenze, Forni, Bologna 1972 - LXVI, ristampa anastatica del 1875, pp. 364, 365, 368: " Lo splendore dei Pallavicini s'aumenta per mille doppj d'innanzi alla CHIESA contigua di S. FILIPPO NERI, e assai più giustamente potrei dir la pietà. Il trapiantarsi che fecero in Genova i Preti dell'Oratorio è dovuta a un Camillo del costoro lignaggio, che vestiva in Palermo le insegne di questa Congregazione, e che morendo stanziò una somma per mandare ad effetto la loro venuta. (...) E non volsero intieri tre lustri, che tolte a vendita le prossime case degli Adorni, si volsero a fabbricare la chiesa attuale (...). Non farò contro alle tradizioni che pongono l'opposta cappella nel sito medesimo ove S. Caterina da Genova (alla quale è votiva) soleva abitare mentre durò nelle stanze maritali; e mi pare d'aver premesso che la chiesa, o gran parte di essa, occupò quello spazio che già teneano i discendenti di quel Giuliano che l'ebbe indegnamente a consorte. Già sacro alla gran Santa l'altare, e dotato d'un'ancona di Domenico Piola che piace ed invita sebbene ricresciuta nelle ombre (...)"
- Raffaele Soprani, Vite de' pittori, scultori, ed architetti genovesi, Volume I, seconda edizione riveduta da Carlo Giuseppe Ratti. In: google books. Genova 1768, pag. 36:" In gran numero poi, oltre alle già menzionate, sono le tavole dipinte dal Piola per varie Chiese di Genova; delle quali tavole darò qui un breve ragguaglio. Nella Chiesa di S. Filippo Neri sono di questo Pittore due tavole. (...) l'altra espone S.Caterina da Genova visitata da Gesù con la croce a lato, e con le piaghe aperte, e grondanti sangue."
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Bibliografia
- Fontana, Paolo, Celebrando Caterina: Santa Caterina Fieschi Adorno e il suo culto nella Genova Barocca, Marietti, Genova 1999, pp. 17 - 19, 93 - 99, 102 - 107, 218.
- Gavazza, Ezia, Guide di Genova: Chiesa e Oratorio di San Filippo Neri, (volume 21), SAGEP EDITRICE, Genova 1976, pp. 1 - 18.
- Magnani, Lauro, Cultura laica e scelte religiose: artisti, committenti e tematiche del sacro, in: Gavazza, Ezia / Lamera, Federica / Magnani, Lauro La pittura in Liguria - Il secondo Seicento, SAGEP EDITRICE, Genova 1990, pp. 247, 344, 345.
- Sanguineti, Daniele, Domenico Piola e i pittori della sua casa, 2 volumi, Edizioni del Soncino, Cremona presso Arti grafiche F.lli Binda, 2004, Vol. I pp. 47, 48, Vol. II pp. 440, 441.
Immagini
Foto 1 : "Piantina Chiesa San Filippo Neri."
Foto 2 : "Cappella Adorno."
Foto 3 : "Gesù che appare a Santa Caterina."
Foto 4 : "Gesù che appare a Santa Caterina (dettaglio)."